DISTURBI TEMPORO MANDIBOLARI E DEL SONNO

DISTURBI TEMPORO MANDIBOLARI E DEL SONNO A CIRIÈ

AFFIDATI AL TEAM

DISTURBI ATM: CORREZIONI DI PROBLEMI ALL'ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE


Numerose persone che soffrono di sintomi anche diversi, come mal di testa, mal d’orecchio, tensione alle articolazioni o ai muscoli della mandibola o dolore sordo al viso potrebbero avere in comune dei disturbi dell’articolazione temporo mandibolare (ATM). 


Il dentista di Ciriè può risolvere questi problemi: contatta subito il centro e prenota subito una prima visita!

  • Scopri di più

    Tali disturbi sono più frequenti nelle donne e possono iniziare già da giovani e continuare fino alla mezza età. Uno dei sintomi dei disturbi dell’ATM è il blocco della mandibola in posizione di bocca aperta; questo accade quando il disco articolare, che si trova sopra la testa del condilo mandibolare, rimane incastrato in posizione sbagliata. Normalmente, si risolve aiutandosi con le dita spingendo in basso la mandibola; si previene evitando di aprire troppo la bocca (ad esempio sbadigliando).


    Una volta identificato il problema, sulla base dei sintomi del paziente ed eventualmente con l’aiuto di radiografie, di modelli della bocca e di altri esami diagnostici, il dentista potrebbe consigliarvi un apparecchio mobile, detto “bite”; altre volte, invece, potrebbe essere necessario modificare l’occlusione con un trattamento ortodontico o con corone, intarsi, otturazioni o altri restauri protesici.


  • Bruxismo

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BRUXISMO


  • CHE COS’È?

    Il Bruxismo o digrignamento dei denti è una patologia che colpisce molte persone sia giovani che adulte, e consiste nello sfregare tra di loro i denti. 

    Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei casi di notte, mentre la persona dorme, in particolari momenti del sonno profondo, comportando un non accorgimento del disturbo da parte di chi ne soffre, ma eventualmente solo da chi dorme vicino.

  • COSA PROVOCA?

    Il movimento incontrollato della mandibola, fa si, che la bocca sia sottoposta ad un continuo movimento notturno ,con sfregamenti eccessivi dei denti, e ciò comporta al risveglio, indolenzimento, dolori ai muscoli interessati dal serramento, dolori all’articolazione temporo-mandibolare, a volte cefalea, ma soprattutto danni ai denti per la riduzione della lunghezza dentale dovuta a perdita per frattura della struttura smaltea del dente, che comporterà usura e aumento di sensibilità al caldo e al freddo, e nei peggiori casi, perdita del dente per eccessivo lavoro sui legamenti dentali che diventano lassi.

  • A COSA È DOVUTO?

    Al fenomeno possono essere attribuite diverse cause di natura differente come:

    • fattori locali: fenomeni come interferenza nei contatti tra le superfici dei denti superiori e quelli inferiori, oppure fattori irritativi come le gengiviti e le paradontiti. Assenza di denti con conseguente eccessivo carico su pochi elementi dentali. Muscoli eccessivamente forti, che durante il sonno hanno stimoli contrattivi anomali;
    • fattori sistemici: dovuti a cattiva sintesi del calcio e indebolimento della struttura dentale, con conseguente facilità alla abrasione e di conseguenza a vincoli dentali obbligati. Rigurgiti acidi dello stomaco con distruzione e indebolimento dei denti;
    • fattori psicologici: dovuti a particolari condizioni di stress psicofisico, stanchezza eccessiva, troppo fumo, troppi alcolici, uso di droghe, variazioni ormonali.

  • CURE E RIMEDI

    Dal punto di vista odontoiatrico il rimedio più utilizzato è il Bite, cioè un apparecchio per i denti di materiale resinoso duro, e non morbido perché amplificherebbe il problema, che viene applicato sui denti prima di andare a dormire. In questo modo il bite fa da barriera tra l’arcata superiore e quella inferiore impedendo così lo sfregamento e l’usura dentale.

    Nel caso il fenomeno del bruxismo ha portato ad eccessiva usura dentale con perdita del l’altezza della bocca, la soluzione più adatta è quella di ricostruzione dei denti, che consiste nel ripristino della dentatura rovinata da questa patologia e dalla successiva ricerca della causa che ha portato a questo fenomeno per evitarne danni futuri.

  • PREVENZIONE

    Questo fenomeno se riconosciuto in tempo può essere limitato seguendo alcune regole come:

    • fare controlli periodici e alleggerire eventuali spigoli dentali che si sono creati con l’usura (ameloplastica);
    • evitare alcol e fumo alla tarda sera;
    • evitare di masticare chewing gum;
    • evitare il più possibile di serrare i denti durante il giorno;
    • stancare i muscoli della masticazione prima di addormentarsi, come mangiare un finocchio, una mela o una carota;
    • fare vita regolare, cercando di riposare nelle ore notturne;
    • fare sport per alleggerire lo stress;
    • inserire il bite prima di avere grosse abrasioni;
    • fare terapie con botulino intramuscolo masseterino.
  • AFFATICAMENTO MUSCOLARE

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AFFATICAMENTO MUSCOLARE


  • A COSA È DOVUTO?

    L’affaticamento muscolare e una patologia che colpisce molti pazienti, e che causa tutt’oggi notevoli disagi, a causa del dolore creato dal muscolo stressato, sia a livello dei muscoli masticatori che di altri muscoli, come i frontali, temporali e muscoli del collo. 

    È una patologia che fa parte dei disordini temporomandibolari, che includono patologie all’articolazione e digrignamento dentale.

    Le principali cause di questa patologia si possono individuare in:

    • traumi pregressi;
    • abitudini viziate;
    • stati psicologici;
    • alterata occlusione dentale;
    • perdita di molti denti con diminuzione altezza della bocca;
    • stress emozionali intensi, come esami, matrimoni.
  • QUALI SONO I SINTOMI?

    I sintomi con i quali il fenomeno di afaticamento muscolare si manifesta possono essere:

    • tensione muscolare sulle guance, per la presenza sottostante dei masseteri, muscoli maggiormente interessati dal serramento notturno;
    • blocco della mandibola in apertura a causa del trisma masseterino;
    • dolore all’orecchio che a volte si irradia al viso, in assenza di otite;
    • rumori articolari aprendo e chiudendo la bocca;
    • difficoltà ad aprire la bocca per indolenzimento muscolare;
    • dolore nello sbadigliare, masticare o aprire la bocca in modo ampio;
    • mal di testa e dolori al collo;
    • chiusura dei denti in maniera serrata sia di notte che di giorno.
  • COME ALLEVIARE I DISTURBI?

    I disturbi dell’affaticamento muscolare possono essere ridotti tramite il rispetto di alcune regole abitudinarie come:

    • mettere a riposo la mandibola adottando una dieta soffice per alcune settimane;
    • applicare un panno caldo-umido su entrambi i lati del viso per aumentare la vasodilatazione nei muscoli e aumentare l’apporto di ossigeno, migliorando l’eliminazione dell’acido lattico muscolare;
    • eseguire trattamenti di fisioterapia;
    • eseguire esercizi di apertura e chiusura della bocca specifici, controllando che questi avvengano nel modo corretto;
    • ricordare di tenere le labbra chiuse senza che i denti si tocchino tra di loro. mi media i denti si devono toccare circa 20 minuti in 24 ore;
    • usare medicinali come miorilassanti muscolari, antinfiammatori e analgesici se prescritti dal vostro dentista di fiducia.
  • COME SI PUÒ INTERVENIRE?

    Il dentista può intervenire nel correggere l’occlusione dentale, il ripristino della dimensione verticale aggiungendo i denti mancanti, e con l’uso di dispositivi removibili in resina trasparente chiamati “Bite”, che applicato sull’arcata dentaria superiore o inferiore, modifica l’occlusione tra le due arcate.

    Questi byte molto simili a quelli utilizzati per il Bruxismo, hanno come differenza lo spessore occlusale che serve a creare uno stretching muscolare.

    Altri approcci interventistici possono essere il trattamento Ortodontico (apparecchio), oppure il trattamento protesico (capsule o ponti).

    Oggi una nuova tecnica molto utile e molto efficace, e l’utilizzo di iniezioni di tossina botulinica a livello dei muscoli masseteri, Che non comporta nessun miglioramento estetico ma riduce notevolmente la contrazione dei muscoli più responsabili nell’affaticamento muscolare.

  • SERRAMENTO DENTALE

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SERRAMENTO DENTALE


  • CHE COS’È?

    Il serramento dentale è una parafunzione spesso associata al DCM, ossia disordini cranio mandibolari, e questo fenomeno è originato da centri nervosi diversi da quelli che originano il bruxismo, infatti non genera movimento durante il serramento.

  • COSA COMPORTA?

    Il serramento dentale provoca un grave sforzo muscolare a carico dei muscoli elevatori della mandibola quali temporale e massetere, causando dolori muscolari a volte intensi durante il giorno, a causa di un accumulo di acido lattico nel muscolo.

    Esso inoltre provoca danni parodontali e coronali quali recessioni gengivali e erosioni radicolari, fino ad arrivare alla mobilità dentale.

  • QUALI SONO I SINTOMI?

    I sintomi evidenziati maggiormente dal serramento dentale sono:

    • indolenzimento spontaneo dei muscoli masseteri;
    • dolore alla palpazione dei muscoli masseteri e pterigoidei;
    • ipersensibilità al freddo e al caldo dentali;
    • vertigini e cefalee;
    • dolori cronici e rumori all’articolazione della mandibola;
    • dolori e tensione cervicale;
    • dolori di schiena al risveglio, con difficoltà a muoversi;
    • difficoltà ad aprire la bocca al massimo durante il risveglio.
  • RIMEDI?

    Un’efficace soluzione per evitare che il fenomeno di serramento dentale provochi danni a denti e ossa è l’uso del bite, cioè un apparecchio removibile in resina che impedisce il contatto occlusale tra le arcate superiore e inferiore, e mantiene la bocca semiaperta. Questo tipo di soluzione adempie a tre funzioni principali:

    • non è piacevole da masticare ed il cervello tende a tenere i denti staccati durante il suo utilizzo;
    • se avviene un fenomeno di serramento dentale diurno, ci si accorge subito che si stanno serrando i denti;
    • evita traumi dovuti allo scontro tra dente e dente ed eventuali rotture, visto che il bite deve essere equilibrato su tutti i denti;
    • distribuisce il carico di serramento su più denti in modo tale da non rovinare il singolo dente;
    • mantenendo il muscolo più lungo esegue uno stretching muscolare, che con il tempo insegnerà al muscolo la posizione di riposo più idonea.
  • PREVENZIONE E CORRETTE ABITUDINI

    Questo fenomeno se riconosciuto in tempo può essere limitato seguendo alcune regole come:

    • evitare di masticare chewing gum;
    • evitare il più possibile di serrare i denti durante il giorno;
    • stancare i muscoli della masticazione prima di addormentarsi, come mangiare un finocchio, una mela o una carota;
    • evitare nelle ore serali sostanze eccitanti come tè, caffè, cioccolata, coca cola, ecc;
    • non assumere a cena cibi pesanti o alcolici;
    • fare alla sera esercizi di stretching che distendono i muscoli stressati magari da una giornata pesante; 
    • appena possibile fare sport, che rilassa sia la bocca che tutto il corpo.
    • Rivolgiti al tuo dentista prima possibile. La terapia ritardata può comportare l’uso di farmaci miorilassanti.

    Nei casi estremi, utilissimo e l’uso di iniezioni di tossina botulino a offlabel a livello del massetere.

  • Fisioterapia

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FISIOTERAPIA


  • IN COSA CONSISTE?

    La fisioterapia ricerca l’equilibrio tra mandibola e capo attraverso una rieducazione muscolare e articolare che si avvale di particolari trattamenti manuali finalizzati alla gestione o alla risoluzione del dolore, al recupero della funzione articolare e muscolare del sistema masticatorio e cervicale e alla correzione posturale.

  • TRATTAMENTI

    I trattamenti per i quali vengono associate le cure odontoiatriche a quelle fisioterapeutiche sono: 

    • disordini infiammatori e dolorosi, come quelli articolari e miofasciali 
    • disordini da articolazione ipermobile 
    • disordini da articolazione ipomobile.
  • TECNICHE FISIOTERAPEUTICHE

    Le tecniche utilizzate dal fisioterapista per risolvere le varie situazioni patologiche che ne richiedono l’intervento sono:

    • tecniche di mobilizzazione manuale;
    • tecniche muscle-energy muscolari;
    • esercizi rieducativi specifici adottati in base alla problematica riscontrata;
    • educazione della gestione del disturbo;
    • ricercate sul sito o su google l’esempio di esercizi di stretching e allenamento muscolare che è possibile fare a casa da soli ottenendo ottimi risultati.
    • Chiedete al nostro personale le indicazioni al fisioterapista che collabora con il nostro studio.

    L’utilizzo di placca di svincolo e fisioterapista, risolvono il 95% delle problematiche.

  • Placca da svincolo

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PLACCHE DA SVINCOLO


  • CHE COS’È?

    La placca di svincolo di Michigan è un apparecchio rimovibile in resina che modifica in maniera reversibile il contatto occlusale tra le arcate ed eventualmente la posizione della mandibola, modulando le informazioni neuromuscolari sulla base di quanto richiesto dal trattamento.

  • COME FUNZIONA?

    L’apparecchio viene interposto tra le arcate ed opportunamente ritoccato dal dentista, per ottenere il massimo equilibrio possibile tra le arcate e i muscoli.

    Esso infatti ricrea un’occlusione ideale eliminando tutti i precontatti, consentendo così alle arcate di chiudere in maniera corretta e riducendo di conseguenza l’iperattività muscolare, riportando ad un normale rilassamento neuromuscolare.

  • QUANDO VIENE UTILIZZATO?

    La Placca da svincolo viene utilizzata quando il paziente si presenta lamentando dei problemi dovuti alla cattiva chiusura dei denti, o dolori muscolari o dolori cervicali e cefalea, o nei casi più difficili problemi legati all’articolazione, tutti inclusi in una dicitura che recita disfunzioni temporo mandibolari.


    Questi problemi possono essere:

    • sfregamento dei denti, che causano nella fase notturna un fenomeno incessante di digrignamento fino al bruxismo. In questo modo i muscoli sovraccaricati vanno in tilt per sovraffaticamento e si determina così anche la cefalea, disturbando anche il sonno;
    • vertigini, ronzii auricolari, rumori articolari e dolori al volto: tutti questi fenomeni sono causati dall’iperattività muscolare;
    • lussazione e sublussazione mandibolare, che causa l’uscita del disco articolare della sua sede;
    • mal di collo, cervicale e mal di schiena: l’iperattività muscolare masticatoria risulta asimmetrica e questo provoca degli squilibri nel funzionamento mandibolare, tutto ciò mette in atto dei meccanismi di compensazione a catena dei muscoli più a valle;
    • disturbo del sonno, il fenomeno di iperattività muscolare provoca una minor qualità del sonno, inoltre causa anche fenomeni di russamento;
    • affaticamento muscolare che comporta anche di giorno indolenzimento e nervosismo.

    Nei casi più gravi blocco mandibolare, a causa del dislocamento del disco e impossibilità della mandibola di eseguire le normali escursioni.

  • LA TERAPIA

    l trattamento ha una durata media che si aggira intorno ai 6 mesi di uso notturno, ma successivamente il paziente dovrà continuare a portarla, per evitare recidive. La durata della terapia varia a seconda del tipo di disturbo; la placca da svincolo si viene preparata partendo dalla presa di impronta dei denti, dalla successiva rifinitura e equilibratura direttamente in bocca, e in successive 3/4 visite dal proprio odontoiatra per la regolazione.

    Nei casi più gravi ci si avvale di esercizi di stretching muscolare, e di farmaci antinfiammatori e miorilassanti.

    Alcune volte il paziente viene inviato al fisioterapista per trattare gli altri muscoli del corpo.

    Se con questi mezzi la patologia non migliora si potranno ancora utilizzare infiltrazioni muscolari di botulino, e lavaggi in artroscopia articolari.

  • DISTURBI DOPO L’INSERIMENTO

    Nelle prime sere il paziente potrebbe essere disturbato da un aumento di flusso salivare, che passerà dopo alcuni giorni.

    Potrà essere più difficile addormentarsi, onde per cui utile potrebbe essere inserire la placca qualche ora prima di coricarsi, in modo da iniziare ad abituarsi.

    Dopo i primi giorni già si inizierà a sentire il beneficio dell’uso della placca, ma alcune volte qualche dente potrebbe essere un po’ dolente.

    Riferitelo subito al vostro dentista, che interverrà immediatamente.

    Dopo un po’ di tempo tutti i fastidi scompariranno e arriveranno solo i benefici dell’uso della placca, per la quale il paziente non potrà più farne a meno.

  • Controllo apnea notturno

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APNEE NOTTURNE


  • COSA SONO?

    Le apnee del sonno sono l’interruzione del flusso aereo oro-nasale della durata di almeno 10 secondi.

    Nelle apnee ostruttive, le vie aeree superiori si collassano durante il sonno, con conseguente sviluppo di sforzi respiratori progressivamente crescenti nel tentativo di superare l’ostruzione.

    Tutto ciò comporta fasiche cadute di ossiemia e conseguenti desaturazioni di ossigeno nell’emoglobina arteriosa.

    Questo fenomeno tende a presentarsi con maggiore frequenza nei pazienti maschi compresi tra i 40 e i 60 anni, ma anche nei bambini con sintomi similari.

    La problematica coinvolge circa il 2-4 % della popolazione adulta, anche se molti non lo sanno. Nei bambini in via di sviluppo il sintomo si presenta maggiormente nei soggetti con età compresa tra i 2-5 anni di età, colpendo l’1-3% dei bambini.

  • PROBLEMATICHE DERIVANTI

    Le apnee notturne, conosciute anche come O.S.A.S, sono fenomeni che possono portare in modo indipendente al rischio di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e sonnolenza diurna. Le conseguenze più comuni, come per il russamento, si possono riassumere nelle seguenti:

    • sonnolenza diurna;
    • difficoltà di attenzione ed apprendimento nei bambini in età scolastica;
    • Irritabilità negli adulti e ipercinesi nei bambini;
    • ridotta efficienza del sistema immunitario;
    • depressione;
    • ipertensione.
  • FENOMENI DERIVANTI

    Il fenomeno delle apnee notturne viene classificato tramite la polisonnografia, cioè un’indagine che si effettua con un apparecchio chiamato polisonnografo, che consente di:

    • rilevare le apnee e le ipopnee;
    • permettere la classificazione in centrali, ostruttive o miste;
    • mostrare la desaturazione e la loro entità e le alterazioni del ritmo cardiaco;
    • riconoscere la fase del sonno in cui il fenomeno si verifica.
    • Altri esami utili per la determinazione della apnea notturno sono:
    • video endoscopia nasale;
    • videoringolaringoscopia;
    • test di Muller;
    • Sleep endoscopy.

    Una volta determinata la gravità e la causa, sono possibili vari tipi di terapia, tra cui il più usato è:

    • La terapia ventilatoria, che consiste nell’uso di un apparecchio ventilatorio che permette la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (CPAP), che tramite una mascherina veicola nel naso agisce come un dilatatore pneumatico nelle vie aeree superiori evitando l’ostruzione della faringe.

    Questa metodica però spesso e poco comoda e rumorosa, può essere sostituita da:

    • Apparecchi orali, sono speciali apparecchi mandibolari avanzatori, che per casi meno gravi di apnee notturne possono evitare l’uso del CPAP. Questi apparecchi sono dispositivi mobili di avanzamento della mandibola, che messi prima di dormire, creano un maggiore spazio tra lingua e faringe, facilitando il flusso d’aria passante.

    Nei casi selezionati e in pazienti spesso più giovani, si prospetta la possibilità di intervenire chirurgicamente.


    • Terapia chirurgica, (roncochirurgia) viene effettuata nei pazienti molto giovani nei quali si cerca di risolvere il problema delle apnee notturne con una serie di interventi, eseguiti singolarmente o variamente associati, che tramite la chirurgia nasale, del palato e della lingua cercano di risolvere a livello delle vie respiratorie il problema di respirazione.

    Sottovalutare questa patologia è molto grave, perché può creare successive patologie associate ancor più gravi. Nei casi gravi si può mettere a rischio la vita dei nostri cari.

  • Russamento

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RUSSAMENTO


  • CHE COS’È?

    Il russamento è un fenomeno caratterizzato da un’incompleta chiusura delle vie aeree superiori durante il sonno ed il rumore respiratorio deriva dalla vibrazione delle strutture del palato molle o dell’ipofaringe. Infatti quando l’aria inspirata trova difficoltà a passare nelle vie aeree superiori, parzialmente chiuse, crea un flusso turbolento che mette in vibrazione i tessuti molli della faringe: palato molle, ugola, pilastri palatini e base della lingua.

    Russare, quindi, significa presentare dei fenomeni di disturbo respiratorio che può portare a problematiche nella vita di tutti i giorni e possono essere una delle principali cause dell’inizio dell’apnea da sonno.

  • QUANDO OCCORRE EFFETTUARLA?

    I casi in cui si rende necessario l’utilizzo di questa operazione sono quelli in cui la terapia ortodontica classica non riesce da sola a ristabilire i corretti equilibri dentro scheletrici. Nella fattispecie le terze classi, ossia la mandibola più cresciuta rispetto la mascella, gli open vite, ossia il contatto dentale solo su alcuni molari posteriore e un grosso spazio tra quelli anteriori, le terze classi dovute a poca crescita del mascellare superiore, e molte altre situazioni patologiche riferibili ad alterazioni di posizione o crescita delle strutture ossee.


    Fasi del trattamento e tempistiche:

    • ortodonzia prechirurgica (durata dai 6 ai 12 mesi);
    • intervento chirurgico;
    • periodo di convalescenza (1-2 mesi);
    • ortodonzia post chirurgica (dai 3 ai 6 mesi).

    L’intervento:

    • l’intervento ha una durata di 3-4 ore e necessita di un’anestesia totale per poter operare;
    • il periodo di degenza post operazione ha una durata di 2-3 giorni;
    • l’intervento non presenta cicatrici esterne sul volto perché esso avviene passando attraverso la bocca;
    • i capi ossei spostati vengono fissati con ferule (staffette di titanio) e microviti ossee;
    • il periodo di convalescenza prevede una dieta semiliquida nel primo mese post operazione.
  • PROBLEMATICHE DERIVANTI

    Il russamento provoca delle anomalie comportamentali durante le varie fasi della giornata e queste possono essere:

    • sonnolenza diurna;
    • difficoltà di attenzione ed apprendimento nei bambini in età scolastica;
    • irritabilità negli adulti e ipercinesi nei bambini;
    • ridotta efficienza del sistema immunitario;
    • depressione;
    • ipertensione.
  • FENOMENI PREDISPONENTI

    • obesità, soprattutto negli uomini può causare russamento a causa del fatto che il grasso superfluo va ad accumularsi attorno al collo provocando delle difficoltà al passaggio dell’aria;
    • età avanzata, causa dalla perdita di tono muscolare e di elasticità della pelle che porta al manifestarsi del sintomo;
    • consumo di alcool, causa il rilassamento muscolare e quindi la predisposizione al fenomeno di russamento;
    • la retrognazia, cioè la presenta di un mento piccolo e posizionato all’indietro, questa situazione porta a rendere più difficoltoso il passaggio dell’aria e favorisce il russare.
  • COME INTERVENIRE?

    Per definire la gravità dello stato del fenomeno per poterlo cosi classificare e adottare l’approccio più idoneo a risolverlo o almeno a limitarlo si procede attraverso una prima fase che consiste nella diagnosi Polisonnografica, che quantifica e qualifica il tipo di disturbo e la sua gravità. Il base alla tipologia di problematica rilevata ci possono essere diverse modalità di intervento:

    • nel caso di sovrappeso la prima soluzione da attuare è quella del dimagrimento;
    • limitare l’assunzione di alcool nelle ore serali e preferire, nelle stesse, cibi facilmente digeribili;
    • evitare di dormire supini, ma sforzarsi di dormire lateralmente e con la testa rialzata;
    • limitato uso di decongestionanti nei pazienti nei quali il fenomeno è dovuto ad un congestionamento delle vie respiratorie;
    • uso di spray o cerotti nasali per aiutare a rendere più libere le vie respiratorie e favorire cosi il passaggio dell’aria;
    • essere molto attenti, al russamento, perché in alcuni casi il passo successivo sarà la patologia ancor più grave chiamata apnea notturna.

    Rivolgiti al tuo medico curante o all’odontoiatria e valuta con loro la miglior terapia.

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