Numerose persone che soffrono di sintomi anche diversi, come mal di testa, mal d’orecchio, tensione alle articolazioni o ai muscoli della mandibola o dolore sordo al viso potrebbero avere in comune dei disturbi dell’articolazione temporo mandibolare (ATM).
Il dentista di Ciriè può risolvere questi problemi: contatta subito il centro e prenota subito una prima visita!
Tali disturbi sono più frequenti nelle donne e possono iniziare già da giovani e continuare fino alla mezza età. Uno dei sintomi dei disturbi dell’ATM è il blocco della mandibola in posizione di bocca aperta; questo accade quando il disco articolare, che si trova sopra la testa del condilo mandibolare, rimane incastrato in posizione sbagliata. Normalmente, si risolve aiutandosi con le dita spingendo in basso la mandibola; si previene evitando di aprire troppo la bocca (ad esempio sbadigliando).
Una volta identificato il problema, sulla base dei sintomi del paziente ed eventualmente con l’aiuto di radiografie, di modelli della bocca e di altri esami diagnostici, il dentista potrebbe consigliarvi un apparecchio mobile, detto “bite”; altre volte, invece, potrebbe essere necessario modificare l’occlusione con un trattamento ortodontico o con corone, intarsi, otturazioni o altri restauri protesici.
Il Bruxismo o digrignamento dei denti è una patologia che colpisce molte persone sia giovani che adulte, e consiste nello sfregare tra di loro i denti.
Questo fenomeno avviene nella maggior parte dei casi di notte, mentre la persona dorme, in particolari momenti del sonno profondo, comportando un non accorgimento del disturbo da parte di chi ne soffre, ma eventualmente solo da chi dorme vicino.
Il movimento incontrollato della mandibola, fa si, che la bocca sia sottoposta ad un continuo movimento notturno ,con sfregamenti eccessivi dei denti, e ciò comporta al risveglio, indolenzimento, dolori ai muscoli interessati dal serramento, dolori all’articolazione temporo-mandibolare, a volte cefalea, ma soprattutto danni ai denti per la riduzione della lunghezza dentale dovuta a perdita per frattura della struttura smaltea del dente, che comporterà usura e aumento di sensibilità al caldo e al freddo, e nei peggiori casi, perdita del dente per eccessivo lavoro sui legamenti dentali che diventano lassi.
Al fenomeno possono essere attribuite diverse cause di natura differente come:
Dal punto di vista odontoiatrico il rimedio più utilizzato è il Bite, cioè un apparecchio per i denti di materiale resinoso duro, e non morbido perché amplificherebbe il problema, che viene applicato sui denti prima di andare a dormire. In questo modo il bite fa da barriera tra l’arcata superiore e quella inferiore impedendo così lo sfregamento e l’usura dentale.
Nel caso il fenomeno del bruxismo ha portato ad eccessiva usura dentale con perdita del l’altezza della bocca, la soluzione più adatta è quella di ricostruzione dei denti, che consiste nel ripristino della dentatura rovinata da questa patologia e dalla successiva ricerca della causa che ha portato a questo fenomeno per evitarne danni futuri.
Questo fenomeno se riconosciuto in tempo può essere limitato seguendo alcune regole come:
L’affaticamento muscolare e una patologia che colpisce molti pazienti, e che causa tutt’oggi notevoli disagi, a causa del dolore creato dal muscolo stressato, sia a livello dei muscoli masticatori che di altri muscoli, come i frontali, temporali e muscoli del collo.
È una patologia che fa parte dei disordini temporomandibolari, che includono patologie all’articolazione e digrignamento dentale.
Le principali cause di questa patologia si possono individuare in:
I sintomi con i quali il fenomeno di afaticamento muscolare si manifesta possono essere:
I disturbi dell’affaticamento muscolare possono essere ridotti tramite il rispetto di alcune regole abitudinarie come:
Il dentista può intervenire nel correggere l’occlusione dentale, il ripristino della dimensione verticale aggiungendo i denti mancanti, e con l’uso di dispositivi removibili in resina trasparente chiamati “Bite”, che applicato sull’arcata dentaria superiore o inferiore, modifica l’occlusione tra le due arcate.
Questi byte molto simili a quelli utilizzati per il Bruxismo, hanno come differenza lo spessore occlusale che serve a creare uno stretching muscolare.
Altri approcci interventistici possono essere il trattamento Ortodontico (apparecchio), oppure il trattamento protesico (capsule o ponti).
Oggi una nuova tecnica molto utile e molto efficace, e l’utilizzo di iniezioni di tossina botulinica a livello dei muscoli masseteri, Che non comporta nessun miglioramento estetico ma riduce notevolmente la contrazione dei muscoli più responsabili nell’affaticamento muscolare.
Il serramento dentale è una parafunzione spesso associata al DCM, ossia disordini cranio mandibolari, e questo fenomeno è originato da centri nervosi diversi da quelli che originano il bruxismo, infatti non genera movimento durante il serramento.
Il serramento dentale provoca un grave sforzo muscolare a carico dei muscoli elevatori della mandibola quali temporale e massetere, causando dolori muscolari a volte intensi durante il giorno, a causa di un accumulo di acido lattico nel muscolo.
Esso inoltre provoca danni parodontali e coronali quali recessioni gengivali e erosioni radicolari, fino ad arrivare alla mobilità dentale.
I sintomi evidenziati maggiormente dal serramento dentale sono:
Un’efficace soluzione per evitare che il fenomeno di serramento dentale provochi danni a denti e ossa è l’uso del bite, cioè un apparecchio removibile in resina che impedisce il contatto occlusale tra le arcate superiore e inferiore, e mantiene la bocca semiaperta. Questo tipo di soluzione adempie a tre funzioni principali:
Questo fenomeno se riconosciuto in tempo può essere limitato seguendo alcune regole come:
Nei casi estremi, utilissimo e l’uso di iniezioni di tossina botulino a offlabel a livello del massetere.
La fisioterapia ricerca l’equilibrio tra mandibola e capo attraverso una rieducazione muscolare e articolare che si avvale di particolari trattamenti manuali finalizzati alla gestione o alla risoluzione del dolore, al recupero della funzione articolare e muscolare del sistema masticatorio e cervicale e alla correzione posturale.
I trattamenti per i quali vengono associate le cure odontoiatriche a quelle fisioterapeutiche sono:
Le tecniche utilizzate dal fisioterapista per risolvere le varie situazioni patologiche che ne richiedono l’intervento sono:
L’utilizzo di placca di svincolo e fisioterapista, risolvono il 95% delle problematiche.
La placca di svincolo di Michigan è un apparecchio rimovibile in resina che modifica in maniera reversibile il contatto occlusale tra le arcate ed eventualmente la posizione della mandibola, modulando le informazioni neuromuscolari sulla base di quanto richiesto dal trattamento.
L’apparecchio viene interposto tra le arcate ed opportunamente ritoccato dal dentista, per ottenere il massimo equilibrio possibile tra le arcate e i muscoli.
Esso infatti ricrea un’occlusione ideale eliminando tutti i precontatti, consentendo così alle arcate di chiudere in maniera corretta e riducendo di conseguenza l’iperattività muscolare, riportando ad un normale rilassamento neuromuscolare.
La Placca da svincolo viene utilizzata quando il paziente si presenta lamentando dei problemi dovuti alla cattiva chiusura dei denti, o dolori muscolari o dolori cervicali e cefalea, o nei casi più difficili problemi legati all’articolazione, tutti inclusi in una dicitura che recita disfunzioni temporo mandibolari.
Questi problemi possono essere:
Nei casi più gravi blocco mandibolare, a causa del dislocamento del disco e impossibilità della mandibola di eseguire le normali escursioni.
l trattamento ha una durata media che si aggira intorno ai 6 mesi di uso notturno, ma successivamente il paziente dovrà continuare a portarla, per evitare recidive. La durata della terapia varia a seconda del tipo di disturbo; la placca da svincolo si viene preparata partendo dalla presa di impronta dei denti, dalla successiva rifinitura e equilibratura direttamente in bocca, e in successive 3/4 visite dal proprio odontoiatra per la regolazione.
Nei casi più gravi ci si avvale di esercizi di stretching muscolare, e di farmaci antinfiammatori e miorilassanti.
Alcune volte il paziente viene inviato al fisioterapista per trattare gli altri muscoli del corpo.
Se con questi mezzi la patologia non migliora si potranno ancora utilizzare infiltrazioni muscolari di botulino, e lavaggi in artroscopia articolari.
Nelle prime sere il paziente potrebbe essere disturbato da un aumento di flusso salivare, che passerà dopo alcuni giorni.
Potrà essere più difficile addormentarsi, onde per cui utile potrebbe essere inserire la placca qualche ora prima di coricarsi, in modo da iniziare ad abituarsi.
Dopo i primi giorni già si inizierà a sentire il beneficio dell’uso della placca, ma alcune volte qualche dente potrebbe essere un po’ dolente.
Riferitelo subito al vostro dentista, che interverrà immediatamente.
Dopo un po’ di tempo tutti i fastidi scompariranno e arriveranno solo i benefici dell’uso della placca, per la quale il paziente non potrà più farne a meno.
Le apnee del sonno sono l’interruzione del flusso aereo oro-nasale della durata di almeno 10 secondi.
Nelle apnee ostruttive, le vie aeree superiori si collassano durante il sonno, con conseguente sviluppo di sforzi respiratori progressivamente crescenti nel tentativo di superare l’ostruzione.
Tutto ciò comporta fasiche cadute di ossiemia e conseguenti desaturazioni di ossigeno nell’emoglobina arteriosa.
Questo fenomeno tende a presentarsi con maggiore frequenza nei pazienti maschi compresi tra i 40 e i 60 anni, ma anche nei bambini con sintomi similari.
La problematica coinvolge circa il 2-4 % della popolazione adulta, anche se molti non lo sanno. Nei bambini in via di sviluppo il sintomo si presenta maggiormente nei soggetti con età compresa tra i 2-5 anni di età, colpendo l’1-3% dei bambini.
Le apnee notturne, conosciute anche come O.S.A.S, sono fenomeni che possono portare in modo indipendente al rischio di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e sonnolenza diurna. Le conseguenze più comuni, come per il russamento, si possono riassumere nelle seguenti:
Il fenomeno delle apnee notturne viene classificato tramite la polisonnografia, cioè un’indagine che si effettua con un apparecchio chiamato polisonnografo, che consente di:
Una volta determinata la gravità e la causa, sono possibili vari tipi di terapia, tra cui il più usato è:
Questa metodica però spesso e poco comoda e rumorosa, può essere sostituita da:
Nei casi selezionati e in pazienti spesso più giovani, si prospetta la possibilità di intervenire chirurgicamente.
Sottovalutare questa patologia è molto grave, perché può creare successive patologie associate ancor più gravi. Nei casi gravi si può mettere a rischio la vita dei nostri cari.
Il russamento è un fenomeno caratterizzato da un’incompleta chiusura delle vie aeree superiori durante il sonno ed il rumore respiratorio deriva dalla vibrazione delle strutture del palato molle o dell’ipofaringe. Infatti quando l’aria inspirata trova difficoltà a passare nelle vie aeree superiori, parzialmente chiuse, crea un flusso turbolento che mette in vibrazione i tessuti molli della faringe: palato molle, ugola, pilastri palatini e base della lingua.
Russare, quindi, significa presentare dei fenomeni di disturbo respiratorio che può portare a problematiche nella vita di tutti i giorni e possono essere una delle principali cause dell’inizio dell’apnea da sonno.
I casi in cui si rende necessario l’utilizzo di questa operazione sono quelli in cui la terapia ortodontica classica non riesce da sola a ristabilire i corretti equilibri dentro scheletrici. Nella fattispecie le terze classi, ossia la mandibola più cresciuta rispetto la mascella, gli open vite, ossia il contatto dentale solo su alcuni molari posteriore e un grosso spazio tra quelli anteriori, le terze classi dovute a poca crescita del mascellare superiore, e molte altre situazioni patologiche riferibili ad alterazioni di posizione o crescita delle strutture ossee.
Fasi del trattamento e tempistiche:
L’intervento:
Il russamento provoca delle anomalie comportamentali durante le varie fasi della giornata e queste possono essere:
Per definire la gravità dello stato del fenomeno per poterlo cosi classificare e adottare l’approccio più idoneo a risolverlo o almeno a limitarlo si procede attraverso una prima fase che consiste nella diagnosi Polisonnografica, che quantifica e qualifica il tipo di disturbo e la sua gravità. Il base alla tipologia di problematica rilevata ci possono essere diverse modalità di intervento:
Rivolgiti al tuo medico curante o all’odontoiatria e valuta con loro la miglior terapia.
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